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La stotia nel nostro Istituto

Le Missionarie dell’Istituto Sacri Cuori di Gesù e Maria sono chiamate a testimoniare l’amore di Dio verso gli uomini, attraverso la promozione di molteplici opere di apostolato e di carità.

Le Fondatrici Rosa Rosato e Rosa D’Ovidio con varietà di doni e diversità di vicende personali ne propongono e sintetizzano il carisma che è quello di vivere la sequela del Cuore di Cristo, alla luce del Cuore di Maria, al servizio dei fratelli poveri e sofferenti.

le fondatrici

Le due Fondatrici, nacquero a Lanciano, città italiana famosa per il miracolo Eucaristico. Il 27 giugno 1857 veniva alla luce Rosa D’Ovidio e a distanza di un anno e un mese, il 27 luglio 1858 nasceva Rosa Rosato.

Queste due bimbe senza conoscersi ebbero un cammino di vita assai simile: entrambe le famiglie erano religiose e praticanti, quindi educarono i propri figli alla fede e alla preghiera. Come era consuetudine in quel tempo, tutti i figli contribuivano alla vita familiare, dando il loro prezioso aiuto. Entrambe le bambine iniziarono la scuola, il catechismo e la vita in parrocchia.

Rosa D’Ovidio iniziò a farsi notare in famiglia per la determinazione del suo carattere, intraprendente ed aveva una brillante intelligenza; mentre Rosa Rosato, era intelligente ma assai riservata e portata al silenzio e alla riflessione.

Le nostre due protagoniste erano in discernimento, prospettando per il loro futuro l’idea di consacrarsi a Dio, ma toccò prima a Rosa Rosato fare il passo decisivo! In quel periodo, nel 1880, a Lanciano era sorta una Pia Unione che aveva come spiritualità la devozione ai Sacri Cuori di Gesù e Maria, approvata dal Vescovo.

Rosa Rosato entrò infatti, ormai ventiseienne, nella Pia Unione il 26 dicembre 1884 e prese il nome di Rosa di Santa Teresa. Invece Rosa D’Ovidio, a ventinove anni, decise di entrare nella Pia Unione. Era il 1887 e prese il nome di Rosa della Presentazione; emise i voti temporanei il 6 gennaio 1888.

Le due suore partirono a piedi da Lanciano e il loro cammino durò circa un mese. Arrivando a Roma, a San Pietro furono alloggiate dalle suore dell’Addolorata e vi rimasero per circa un mese.
A febbraio del 1886, suor Rosa sempre con suor Francesca, ripartì alla volta di Roma, con l’intento esplicito di aprire una nuova comunità in quella città. Ora si trattava di cercare uno stabile, per dare inizio alla fondazione romana; individuarono una camera ammobiliata, dove le due suore si trattennero qualche mese, in attesa di trovare un luogo più consono per la vera e propria fondazione della nuova casa.

Nel mese di aprile, suor Rosa e suor Francesca furono ricevute nel Vicariato Romano, dal cardinale Lucido Maria Parocchi per presentargli la richiesta di aprire una casa in città. Lui espresse oralmente un parere più che positivo alla proposta di queste due suore.

Trascorso il noviziato, nel 1888 anche suor Rosa D’Ovidio fu mandata, con altre due suore a Roma. Così per la prima volta, suor Rosa Rosato e suor Rosa D’Ovidio si conobbero; mai avrebbero pensato che da quell’incontro e dalle circostanze della storia, sarebbe nata una nuova Congregazione religiosa!

Suor Rosa D’Ovidio, nella sua permanenza romana conobbe Mons. Pietro Wenzel, Delegato del Vicariato di Roma per le religiose; costui iniziò ad apprezzare e stimare le doti organizzative della suora e anche questo sacerdote avrebbe avuto in seguito un ruolo importante per l’evoluzione degli eventi.

Nel 1887, la comunità di Roma aveva trovato una nuova sistemazione in via della Sagrestia n° 10, accanto alla navata destra della basilica di San Pietro. Si prodigarono nell’assistenza dei malati a domicilio e anche le offerte ricevute per tale servizio caritativo aiutavano a coprire le spese.

Nel frattempo, la comunità di Lanciano viveva un momento di forte immobilismo e smarrimento nella spinta spirituale. Una decisione ulteriore presa dalle autorità ecclesiastiche fu lo smembramento della comunità di Roma da quella di Lanciano; dopo alcuni anni, a causa di alcune vicende negative, nel 1906 il Papa San Pio X decretò la soppressione della Pia Unione di Lanciano.

Pertanto, il 1886 sarà effettivamente indicato come l’anno di fondazione delle Missionarie dei Sacri Cuori, nella città di Roma.

nuovi sviluppi

Dopo queste vicende, suor Rosa Rosato e suor Rosa D’Ovidio si trovarono così a diventare le vere e proprie fondatrici di una nuova Congregazione: Le Suore dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. A questo nuovo Istituto diedero una diversa impronta organizzativa e spirituale: la dimensione contemplativa, nella propagazione del culto ai Sacri Cuori, lo spirito orante di adorazione riparatrice nella persona di suor Rosato e la dimensione apostolica nell’educazione e nella pastorale sanitaria, nella persona di suor D’Ovidio.

A sostenere questo impulso si era prodigato anche il Vicario della città di Roma, cardinale Lucido Maria Parocchi, il referente di tutti gli Istituti di diritto diocesano del Vicariato romano.

suor rosa d'Ovidio a polla - istria

Dopo queste vicende, suor Rosa Rosato e suor Rosa D’Ovidio si trovarono così a diventare le vere e proprie fondatrici di una nuova Congregazione: Le Suore dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. A questo nuovo Istituto diedero una diversa impronta organizzativa e spirituale: la dimensione contemplativa, nella propagazione del culto ai Sacri Cuori, lo spirito orante di adorazione riparatrice nella persona di suor Rosato e la dimensione apostolica nell’educazione e nella pastorale sanitaria, nella persona di suor D’Ovidio.

A sostenere questo impulso si era prodigato anche il Vicario della città di Roma, cardinale Lucido Maria Parocchi, il referente di tutti gli Istituti di diritto diocesano del Vicariato romano.
Il vescovo istriano, Mons. Giovanni Battista Flapp, accolse benevolmente le prime quattro suore nella sua diocesi e nel giro di poco tempo ebbe modo di notare le grandi capacità umane e organizzative di suor Rosa D’Ovidio. Il desiderio racchiuso nel cuore di suor D’Ovidio era di aprire al più presto un collegio e una scuola di lavoro per ragazze. Nel 1898 arrivò anche l’approvazione per l’insegnamento scolastico dall’Impero Austro-Ungarico e così il vescovo poté erigere canonicamente la casa di Pola.

A partire dal mese di marzo del 1899 le suore iniziarono ad abitare nella nuova casa, costruita nel terreno da loro acquistato poco più di un anno prima, nella zona collinare di Pola, posizione incantevole della città. I primi due piani furono adibiti a scuola e all’alloggio delle ragazze interne, mentre una parte dei locali era adibita al laboratorio.

A Pola, suor Rosa D’Ovidio, nella sua abile intraprendenza, ebbe il permesso di edificare un tempio dedicato al Sacro Cuore di Gesù nel 1908, poi finalizzato e consacrato nel 1910. Fu un progetto mirabile nella sua architettura, con un bellissimo portale. Suor Rosa D’Ovidio con questo tempio voleva esprimere esteriormente il suo zelo per la spiritualità del Sacro Cuore di Gesù e la sua prodigalità per il bene della popolazione.

Suor D’Ovidio mentre proseguiva la conduzione della Congregazione a Pola, aveva a Roma l’appoggio spirituale di suor Rosato e della sorella suor Giuseppina D’Ovidio. Intanto l’Istituto si spandeva in varie città dell’Italia e dell’Istria.

prima madre generale - un superiorato discreto e di servizio

Nel 1911 venne eletta per nomina la prima Superiora Generale, suor Rosa Rosato, per un triennio. Lei accettò la carica, per spirito di servizio e di amore al Sacro Cuore di Gesù e alla Congregazione. La Madre Generale cercò d’impostare la conduzione dell’Istituto, non solo nella mitezza e umiltà, ma affidandosi anche al buon senso e alla bontà di cuore e questo le faceva godere molta stima da parte delle sorelle. Usò sempre il consueto modo di fare: bontà, mitezza, pazienza e umile sopportazione.

verso il traguardo

Stava per iniziare l’ultimo tratto di strada delle due fondatrici, che sarebbero morte a dieci anni di distanza l’una dall’altra. La prima a interrompere il cammino terreno fu suor Rosa D’Ovidio che visse gli ultimi anni della sua vita, mitigando molto il suo carattere forte e deciso.
Si indebolì sempre più e decise così di trascorrere gli ultimi anni nella casa di Cherso, facendo qualche piccolo servizio per gli ospiti ricoverati in quella casa. Morì improvvisamente il 27 febbraio 1930.

Suor Rosa Rosato visse altri dieci anni, in totale raccoglimento e grande preghiera, mostrando quella dimensione contemplativa che aveva contraddistinto tutta la sua vita. Trascorreva ore e ore in adorazione, davanti all’Eucaristia. Era una donna dolce nei modi, umile nell’agire, in ottimi rapporti relazionali con le sorelle, sempre disponibile per qualche servizio in comunità e molte suore ricorrevano a lei per un consiglio. Quando poteva, confezionava le corone dei rosari per le suore e per i fedeli.

Le sue giornate, finché poté, venivano arricchite dall’assistenza domiciliare ai tanti ammalati, accompagnandoli con la personale vicinanza e col proporre loro gli ultimi sacramenti.
Le sorelle testimoniarono la sua particolare dedizione nel fare catechismo a bambini e giovani in alcune parrocchie del circondario.

Poi andò sempre più indebolendosi e il 14 maggio 1940, nella casa romana di via Pettinari, morì serenamente.

Il Carisma

Le due giovani suore dal carattere forte e mite insieme, si sono proiettate nel futuro dell’epoca, con tutto il loro entusiasmo e coraggio, col fine ben preciso di rendere onore ai Cuori di Gesù e Maria e di servire i fratelli bisognosi.
La Famiglia Religiosa è nata per promuovere il culto al Sacro Cuore di Gesù e incrementare la riparazione, in particolare con la pratica dell’Adorazione Eucaristica, e al contempo promuovere la consacrazione delle famiglie ai Sacri Cuori e realizzare molteplici opere di apostolato e carità.

Il Carisma delle Missionarie dei Sacri Cuori si riassume nella dimensione contemplativa e attiva che le Fondatrici hanno trasmesso con la loro vita di donazione ai fratelli bisognosi e la contemplazione dell’Amore misericordioso di Cristo. Il centro irradiatore della spiritualità dell’Istituto, in forma più attualizzata, si esprime nel “Vivere la sequela del Cuore di Gesù, alla luce del Cuore di Maria, a servizio dei fratelli poveri e sofferenti”.

Nel Cuore di Cristo le Suore trovano la sintesi della Comunione con Dio e con l’uomo. Accogliere l’invito di Gesù: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi e io vi ristorerò” (Mt 11, 28) diventa per ogni cristiano, ma soprattutto per ogni Missionaria dei Sacri Cuori, un necessario invito a rifugiarsi e a stare nel Cuore sempre aperto e accogliente di Gesù.

Le varie dimensioni del Carisma, manifestano la dedizione completa di ogni membro ad annunciare il Regno di Dio ai fratelli bisognosi di conoscere l’amore e la misericordia dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. E così, le Missionarie dei Sacri Cuori operano in favore degli umili e dei bisognosi nelle diverse opere di apostolato: cura degli infermi, servizio di carità agli anziani, educazione cristiana e catechesi, assistenza agli orfani e ai giovani, pastorale parrocchiale.

Chiamate dall’Amore e dalla Misericordia di Dio Padre a vivere nella sequela di Cristo Signore con la forza dello Spirito Santo, le Suore Missionarie dei Sacri Cuori giustificano la loro presenza e realizzano la loro Missione nella Chiesa, conoscendo, vivendo e annunciando “quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità” (Ef 3, 18) del Cuore di Gesù e la fedeltà radicale e totale, espressa nell’itinerario percorso da Maria.

La devozione al Cuore Immacolato di Maria è presente dall’inizio, come parte integrante della spiritualità dell’Istituto, via facile e sicura per arrivare a Gesù, unico modello e maestro. Quindi, il Cuore di Maria è il modello più perfetto e vicino nella sequela di Cristo, tanto nel lasciarsi riempire dalle verità salvifiche come anche nell’operare apostolico.

La Spiritualità

La dimensione spirituale esprime il modo di vivere la propria vocazione nella crescita interiore e nell’attuare in fedeltà il proprio Carisma. Si può riassumere la tradizione e il patrimonio spirituale dell’Istituto in due ambiti: la vita di preghiera e la devozione ai Sacri Cuori.

Vita di Preghiera

La dimensione spirituale esprime il modo di vivere la propria vocazione nella crescita interiore e nell’attuare in fedeltà il proprio Carisma. Si può riassumere la tradizione e il patrimonio spirituale dell’Istituto in due ambiti: la vita di preghiera e la devozione ai Sacri Cuori.

La Devozione ai sacri cuori

L’accento della spiritualità dell’Istituto è posto sulla devozione e spiritualità dei Sacri Cuori, proprio perché è l’elemento fondamentale del Carisma.

I Cuori di Gesù e Maria diventano la “fucina ardente” dove si forma, si consacra ed opera ogni Missionaria, per divenire apostola del messaggio di salvezza di Dio. Una componente particolarmente importante della spiritualità del Sacro Cuore è il concetto di riparazione.

La riparazione mette in evidenza il valore della Redenzione operata da Gesù, con la sua Passione, Morte e Risurrezione. Il suo concetto teologico si può esprimere così: noi partecipiamo al mistero di Cristo mediante la pratica delle opere di carità.

Per questo ogni atto d’Amore rivolto al Padre, mediante Cristo, è riparatore del peccato, in quanto ogni atto d’Amore per Dio distrugge e indebolisce il dominio del peccato, in noi e nel mondo e mette le basi per una solidarietà operativa per alleviare le conseguenze negative del male nella vita degli uomini.

Questo pensiero può essere espresso anche così: laddove dilaga una corrente di male, mettere una corrente d’amore con le nostre buone opere, che vuol dire vincere il male con il bene (cfr. Preghiera Semplice di San Francesco).

Nella riparazione è opportuno evidenziare la nostra comunione con la passione di Cristo e, sull’esempio di Maria, sottolineare che Egli in prima persona compie la Redenzione e si offre come vittima di espiazione per i nostri peccati ed associa tutti i suoi seguaci alla sua opera. Per questo San Paolo vive e suggerisce: “Compio nella mia carne quello che manca alla passione di Cristo a favore del suo Corpo che è la Chiesa” (Col 1, 24). In questo senso va inteso quanto afferma San Pietro: “Anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme” (1Pt 2, 21).

Pertanto, la riparazione non consiste solamente in opere di penitenza personali e aggiuntive, ma piuttosto nello sviluppo della vita di fede e nella consegna di sè stessi a Dio, per far sì che Egli sia al centro delle proprie aspirazioni e prospettive vitali. Particolare importanza dobbiamo porre nell’associare noi stessi alla Passione e alla Morte del Figlio di Dio, attraverso la partecipazione al sacrificio Eucaristico. La spiritualità del Cuore di Gesù, infatti, è prevalentemente eucaristica e richiede che si dia spazio adeguato, nella propria giornata, alla Celebrazione dell’Eucaristia con la quale ci si unisce a Cristo nella riparazione del peccato. Grande importanza hanno anche le altre forme cultuali, specialmente l’adorazione Eucaristica, attenendoci alle tradizioni dell’Istituto e agli orientamenti attuali della Chiesa.